Terapia del dolore con la cannabis: cosa dicono le ultime ricerche? [2025]

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La cannabis terapeutica è sempre più studiata (e utilizzata!) come opzione di supporto nella gestione del dolore cronico, soprattutto quando i trattamenti farmacologici convenzionali non risultano efficaci o tollerabili.

Le ricerche più recenti del 2023–2025 suggeriscono un ruolo concreto dei cannabinoidi in diverse forme di dolore, ma sottolineano anche la necessità di un uso medico controllato.

mago con cappello visto di spalle con simboli di dolore fisico e foglia di cannabis

Immagine: il Mago gestisce i dolori cronici dell'età con la sua cannabis!


Cannabis e dolore: cosa si intende per terapia del dolore

Quando si parla di cannabis terapeutica, si intende un impiego medico e controllato dei cannabinoidi, con rapporti calibrati tra THC e CBD. Entrambe le molecole agiscono sul sistema endocannabinoide, una rete di recettori diffusa in tutto l’organismo che regola dolore, umore, infiammazione e appetito.

L’attivazione dei recettori CB1 e CB2 può ridurre la sensibilità nervosa e la risposta infiammatoria, modulando la percezione del dolore, come ben sappiamo

Tipologie di dolore in cui può essere utile

La cannabis terapeutica ha mostrato benefici in diverse condizioni di dolore refrattario, dove le terapie standard non bastano. Le evidenze più solide riguardano:

  • Dolore neuropatico (es. sclerosi multipla, neuropatie diabetiche);
  • Dolore oncologico cronico, come supporto agli oppiacei;
  • Dolore muscolo-scheletrico persistente (artriti, fibromialgie);
  • Dolori da spasticità muscolare associati a patologie neurologiche.

Oltre al sollievo dal dolore, molti pazienti riportano un miglioramento del sonno e della qualità della vita, anche se la risposta varia da individuo a individuo.

Come si somministra la cannabis terapeutica

Le formulazioni più usate in Italia sono infiorescenze per vaporizzazione e estratti oleosi titolati, preparati da farmacie galeniche autorizzate. Il medico definisce la composizione (es. Bedrocan, Pedanios, FM2) e la via di somministrazione in base alla patologia e alla sensibilità del paziente. La cannabis terapeutica è prescrivibile solo con ricetta medica non ripetibile e per le indicazioni riconosciute dal Ministero della Salute.

Le ultime ricerche scientifiche su cannabis e terapia del dolore

Negli ultimi anni la ricerca ha approfondito il potenziale analgesico della cannabis e la sua sicurezza a lungo termine. Ecco una sintesi dei risultati più recenti.

Studio multicentrico sul dolore cronico non oncologico (2024 – Frontiers in Pharmacology)

Una meta-analisi su oltre 2.500 pazienti (PMC10773353) ha mostrato che le combinazioni THC/CBD riducono in media del 30% l’intensità del dolore rispetto al placebo, pur con effetti collaterali dose-dipendenti (vertigini, affaticamento, secchezza delle fauci). Gli autori raccomandano l’uso dei cannabinoidi come terapia complementare ai farmaci tradizionali.

Studio clinico su dolore neuropatico e infiammazione (2025 – PubMed ID 40238954)

Un’analisi del 2025 (PubMed 40238954) ha evidenziato che l’associazione di THC e CBD riduce il dolore neuropatico e la spasticità in pazienti con sclerosi multipla, migliorando anche la qualità del sonno. Gli effetti sono risultati più evidenti nei soggetti non trattati con oppiacei, suggerendo un approccio alternativo e meno tollerogeno.

Bollettino IACM 2023: nuove prospettive cliniche

Il bollettino dell'IACM 2023 ha evidenziato che il THC a basse dosi potenzia l’efficacia del CBD nel dolore neuropatico, che gli estratti a spettro completo producono un effetto entourage più tollerabile; e infine che nei pazienti refrattari, la cannabis terapeutica ha consentito di ridurre fino al 40% il consumo di oppiacei (e questa non è una novità). 

Precauzioni nell’uso terapeutico della cannabis

L’uso di cannabis terapeutica deve sempre avvenire sotto controllo medico. Sono necessarie cautele particolari in caso di:

  • Disturbi psichiatrici, che il THC può accentuare;
  • Patologie cardiovascolari o ipotensione;
  • Interazioni farmacologiche (anticoagulanti, anticonvulsivanti, antidepressivi);
  • Età avanzata, per rischio di sonnolenza o perdita di equilibrio.

È sconsigliato l’uso in gravidanza e allattamento per mancanza di dati sulla sicurezza fetale. Ogni trattamento dovrebbe iniziare con dosi minime e incrementi graduali, con follow-up regolare.

A chi è consentito prescrivere la cannabis terapeutica

In Italia, la cannabis terapeutica può essere prescritta da qualsiasi medico — pubblico o privato — tramite ricetta non ripetibile (RNR). La preparazione è affidata a farmacie galeniche autorizzate, che realizzano oli o infiorescenze titolate. Le principali indicazioni cliniche riconosciute sono:

  • Dolore cronico refrattario a terapie convenzionali;
  • Spasticità da sclerosi multipla;
  • Nausea e vomito da chemioterapia;
  • Perdita di appetito in pazienti oncologici o HIV.

In alcune regioni italiane, come Toscana, Lombardia ed Emilia-Romagna, la cannabis terapeutica è fornita a carico del Servizio Sanitario Regionale per specifiche indicazioni.

Sicurezza e limiti

Gli effetti indesiderati più comuni sono quelli tipici dell'assunzione di cannabis ad alto THC e includono sonnolenza, vertigini, secchezza delle fauci e riduzione della concentrazione.

L’efficacia è soggettiva e dipende da dosaggio, rapporto THC/CBD e risposta individuale.

Non dovrebbe esserci bisogno di scriverlo, ma è bene ricordare che la terapia, come ogni terapia, deve essere sempre gestita in un contesto medico controllato.

Conclusione

Le ricerche più recenti confermano che la cannabis terapeutica può avere un ruolo concreto nella gestione del dolore cronico, in particolare quando i trattamenti convenzionali risultano insufficienti.

Non è una soluzione universale! E' piuttosto un strumento complementare da utilizzare con consapevolezza, sotto guida medica e con prodotti certificati.

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Weedzard Cannabis Light

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