Alcaloidi della cannabis: cosa sono e che funzione hanno
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"Gli alcaloidi della cannabis..." iniziano alcuni, pensando che la cannabis contenga alcaloidi come molte altre piante da cui si ottengono sostanze illegali.
Alcaloidi? Quali? Perchè quando si parla di cannabis, gli effetti sono dati esclusivamente da cannabinoidi (THC, CBD) e terpeni (mircene, limonene, pinene), con la loro parte aromatica.
Se gli effetti della cannabis sono dovuti solo ai cannabinoidi (e in misura inferiore, ai terpeni), è comunque vero che gli alcaloidi nella cannabis effettivamente esistono. Sono presenti in quantità molto ridotte rispetto ai cannabinoidi. Non hanno funzioni per in consumatore ma hanno ruoli precisi nella pianta.
Vediamo cosa sono e cosa fanno gli alcaloidi della cannabis!
Immagine: il Mago, di profilo, scruta la foglia di cannabis alla ricerca degli alcaloidi
In questo articolo parliamo di...:
Che cosa sono gli alcaloidi in generale
Gli alcaloidi sono composti organici che contengono azoto. Sono molecole con notevole attività biologica, e sono spesso spesso usati dalla pianta come difesa naturale contro insetti, erbivori e patogeni. Gli alcaloidi infatti hanno spesso un gusto amaro che scoraggia gli insetti e gli altri animali che pasteggerebbero volentieri con quella pianta.
Gli alcaloidi sono prodotti a livello biologico partendo dagli amminoacidi: i "mattoncini" delle proteine. In particolare, gli amminoacidi coinvolti nella sintesi sono in larga parte ornitina, lisina, tirosina e triptofano.
I più famosi (e pericolosi) alcaloidi includono: caffeina, nicotina, morfina, e non hanno alcun collegamento con la cannabis.
Alcaloidi della cannabis: dove si trovano e perché la pianta li produce
Nella cannabis gli alcaloidi sono composti presenti in minime quantità: significativamente inferiori rispetto ai cannabinoidi e ai terpeni, e si trovano soprattutto in radici, steli e foglie più che nelle ghiandole resinose delle infiorescenze.
La pianta di cannabis li impiega per due principali casi:
Primo caso, e più comune: difesa chimica. Servono per dissuadere insetti e animali erbivori, oltre a inibire funghi e batteri. Chiunque abbia coltivato cannabis legale sa che questo tipo di difesa è sicuramente più efficace in alcune genetiche e meno in altre. In poche parole: se hai provato a coltivare una pianta di cannabis nel bosco, sai benissimo che nessun alcaloide dissuaderà un capriolo dal farsi un gustoso e insolito verde pasto.
Resistenza a fenomeni stressanti: gli alcaloidi hanno un ruolo nella risposta a situazioni di fortissimo stress come siccità, eccessiva salinità o eventuali "ferite", come una foglia strappata o - gli dei ci proteggano da questa tragedia - un rametto rotto.
Hanno effetti sull’uomo? NO!
Risposta breve e fulminante: NO.
Infatti, ad oggi non esistono evidenze cliniche solide su effetti specifici degli alcaloidi della cannabis nei prodotti d’uso comune.
Ciò è facilmente intuibile anche dal fatto che le concentrazioni di alcaloidi nella cannabis sono molto basse, spesso sotto le soglie che renderebbero misurabile un impatto diretto, e in ogni caso sono presenti nelle radici, nelle foglie, ma non nelle infiorescenze.
In sintesi: chi sta valutando l’effetto di una varietà cannabis light non dovrebbe considerare gli alcaloidi della cannabis. Ha invece senso guardare principalmente al profilo e alla percentuale dei cannabinoidi (CBD dominante, THC nei limiti di legge) ed eventualmente il profilo terpenico (mircene, limonene, pinene ecc.).
Differenze tra alcaloidi, cannabinoidi e terpeni
Riassumiamo le principali differenze.
Sul piano botanico, gli alcaloidi sono prodotti dalla pianta partendo da amminoacidi (i mattoncini delle proteine), che li rielabora per creare molecole che contengono azoto, utili soprattutto per la difesa.
I cannabinoidi invece nascono dall’unione di due pezzi: una parte di composti grassi e una parte aromatica. Da qui deriva il CBD (come il THC, CBG, CBN e tutti gli altri cannabinoidi).
Infine, i terpeni: sono costruiti solo da piccole unità dette isopreni; niente azoto. Sono i principali responsabili di odori e aromi (limonene = agrumi, pinene = pino, mircene = terroso).
Quindi, riassumendo, gli alcaloidi provengono da amminoacidi, i cannabinoidi da un mix di grassi e profumi, mentre i terpeni sono solo essenze profumate.
Dove si accumulano? Gli alcaloidi sono più presenti nelle radici e nelle foglie, mentre i cannabinoidi e i terpeni sono più abbondanti nelle infiorescenze.
Facciamo quindi definitivamente chiarezza tra alcaloidi, cannabinoidi e terpeni.
Quanto agli effetti sensoriali/psicoattivi della cannabis, così ricercati da milioni di persone in tutto il mondo a prescindere dallo status legale della pianta, sono guidati da cannabinoidi e terpeni; gli alcaloidi della cannabis non hanno un ruolo documentato nell’esperienza d’uso comune.
Ecco una tabella riassuntiva:
Classe | Origine | Contiene azoto? | Punto chiave |
---|---|---|---|
Alcaloidi | Costruiti da amminoacidi | Sì | Molecole “di difesa” tipiche di molte piante |
Cannabinoidi | Unione di una parte grassa e di una parte aromatica | No | Da questa combinazione nascono CBD e THC |
Terpeni | Costruiti da unità isopreniche | No | Responsabili di profumi e aromi della pianta |
La parola alla ricerca
Ad oggi non esiste un “effetto dell’alcaloide della cannabis” paragonabile a quello dei cannabinoidi.
La letteratura scientifica, che è più interessata alla componente botanica, ha individuato gli alcaloidi specifici della cannabis. Uno di questi è la cannabisativina, oltre ad altre molecole simili. Ci sono, ma comunque sono disponibili in tracce, ricordiamo.
L'isolamento dell’alcaloide cannabisativina - ottenuta dalle radici di cannabis sativa - è in questo studio originale di Turner et al., che risale al 1976. E' disponibile su Pubmed.
E' invece del 2023 questo studio sulla presenza di alcaloidi (cannabisativina in primis, ma anche la molecola dal nome impronunciabile di anidrocannabisativina) in foglie, steli, radici, e anche nei semi: Autori: Siracusa et al. , è disponibile su Molecules.
Conclusioni
Gli alcaloidi della cannabis sono una curiosità scientifica riguardo ai ruoli chiave per la pianta, ma un impatto minimo sull’esperienza dell’utente. Capire che cosa sono è utile per sapere di cosa si tratta, ma quando si parla di qualità, effetti e uso consapevole (nelle nazioni in cui questo è consentito), i protagonisti assoluti e incontrastati restano cannabinoidi e terpeni.