Erba legale: le principali differenze con quella illegale
Quali sono le principali differenze tra marijuana illegale e erba legale? E il possesso e il consumo di sono davvero permessi in Italia senza alcun rischio per la propria fedina penale?
Le principali differenze tra erba legale e illegale
Le principali differenze tra marijuana e cannabis legale consistono, a livello organico, nelle caratteristiche delle piante e nei principi attivi presenti nelle diverse varietà di canapa da cui avviene l’estrazione.
La Cannabis Indica è, per esempio, tra le varietà di canapa che si ritiene conservino un’alta concentrazione di THC anche dopo i processi di estrazione: i suoi derivati potrebbero essere responsabili di effetti psicotropi o psicoattivi e, più pragmaticamente, di diminuire le capacità di concentrazione o quelle di giudizio dell’individuo.
Per questa ragione, le varietà di Cannabis Indica sono classificate come illegali, e il consumo (come la coltivazione e la cessione a qualsiasi titolo) è vietata in Italia.
La Canapa Sativa è, invece, la più popolare tra le varietà di canapa a bassa concentrazione di THC: è da queste piante, che rispettano la soglia dello 0.5% di tetraidrocannabinolo (considerata soglia drogante), che vengono realizzati i diversi prodotti a base di canapa light in vendita nei canapa shop italiani e il vantaggio che nel tempo le ha rese molto amate in cosmesi, in erboristeria, in fitoterapia è l’avere alte concentrazioni di CBD.
Anche il cannabidiolo è, infatti, uno dei cannabinoidi presenti come principi attivi nella canapa e nei suoi estratti. A differenza del THC non ha alcun effetto psicoattivo o psicotropo ma, interagendo per via ormonale con il sistema endocannabinoide umano, è ritenuto capace di regolare l’equilibrio omeostatico dell’organismo.
Mentre, cioè, non si sa bene che effetti possa avere a lungo termine il consumo frequente di marijuana illegale e di erba ad alto contenuto di THC, sono riconosciute al cbd proprietà benefiche per l’organismo umano, utili nel trattamento di numerosi disturbi anche quotidiani. Il cannabidiolo è, innanzitutto, un potente ansiolitico e può essere sfruttato per questo sia per combattere le situazioni di stress più quotidiane, quelle che impediscono per esempio di riposare bene e fare sonni ristoratori, ma anche disturbi dello spettro ansioso come attacchi di panico o ansia sociale. La cannabis light funziona bene anche come antidolorifico, sia nel trattare dolori da trauma e sia per i dolori cronici per esempio. La marijuana legale ha, ancora, degli effetti antinfiammatori ed è questa sia la ragione per cui ci sono studi che ne indagano il possibile impiego per trattare infiammazioni a carico dell’apparato digerente come il morbo di Chron per esempio, sia quella che ha portato negli anni la dermocosmesi a mettere a punto creme, sieri, tonici per il viso a base di canapa che potessero contrastare i radicali liberi e, quindi, i segni dell’invecchiamento e dell’età.
Studi sperimentali attribuiscono al cbd effetti anticonvulsionanti e neuroprotettivi, mentre tra gli esperti di nutrizione c’è ormai accordo nel ritenere che il cannabidiolo possa aiutare a tenere sotto controllo la fame e il senso di sazietà e aiutare, così, chi stia cercando di rimettersi in forma. Tra le differenze tra marijuana e cannabis legale, insomma, le principali sono “di scopo”: fumare hashish ha attualmente, salvo situazioni davvero particolari, una funzione per lo più ludico-ricreativa insomma, come già si accennava, mentre il successo dell’erba light e dei prodotti CBD è ricollegato soprattutto alle proprietà benefiche del cannabidiolo.
Come distinguere a vista la canapa legale da quella illegale?
La cruda verità è che le due varietà, così diverse nei contenuti di principi attivi, sono sostanzialmente indistinguibili l'una dall'altra a livello di aspetto.
Si tratta infatti di piante della stessa specie, che producono infiorescenze nello stesso modo e che di conseguenza hanno lo stesso aspetto. Inoltre, l'esplosione degli incroci e delle varietà che la canapa illegale ha conosciuto negli ultimi anni ha prodotto moltissime piante dall'aspetto quanto più variegato, con fiori anche viola e rossi.
Prese quindi due infiorescenze, una di canapa legale e una di canapa illegale, attualmente nessuno è in grado di poter riconoscere l'una dall'altra.
Anche l'uso di una macro o di un microscopio non ci porta lontano: una foto con forte ingrandimento mostrerà le piccole sfere ricche di cannabinoidi - i tricomi - e i pistilli, ma anche qui non c'è modo di distinguere pistilli o tricomi specifici della cannabis light.
L'unico modo per distinguerle è l'analisi di laboratorio.
Oltre a essere necessaria per la vendita della cannabis light, l'analisi di laboratorio è l'unico strumento in grado di dire se il contenuto dei cannabinoidi illegali è inferiore alla "soglia drogante" comunemente accettata, pari allo 0.5% circa.
Cannabis light: cosa dice la legge in Italia
Che dire poi della legge? La legge invece distingue benissimo le due varietà.
Il principale riferimento normativo è, in materia, la legge n. 242 del 2 dicembre 2016 che essenzialmente regola la “coltivazione e la filiera agroindustriale della canapa” (così recita la rubrica).
Al suo interno si trovano descritte, semplificando molto, le differenze tra marijuana e cannabis legale almeno per quanto riguarda la pianta, il tipo di lavorazioni e di trattamenti estrattivi a cui può essere sottoposta e, di conseguenza, la qualità dei prodotti ottenuti.
Stando a quanto previsto da questa legge, in Italia si possono coltivare a scopo industriale solo varietà di canapa da semi iscritti negli appositi registri europei e tali per cui la concentrazione di THC – il tetraidrocannabinolo, considerato tradizionalmente responsabile degli effetti psicoattivi dell’erba – non superi il limite massimo fissato dello 0.6%. Per la stessa ragione vige il divieto di importazione di piantine dall’estero, a meno che le stesse non rispettino i requisiti previsti dalla normativa italiana e da quella europea. La coltivazione è intesa alla produzione di tisane, farinacei, cosmetici, prodotti di bellezza a base di canapa ma, anche, tessuti e materiali per la bioedilizia per esempio. La legge n. 242/2016 è stata l’incentivo, in altre parole, alla nascita di numerosi coffee shop in Italia: oggi non c’è città medio-grande che non ne abbia almeno uno e delle stime vogliono quello dei prodotti CBD essere ormai un business da centinaia di milioni di euro.
A confondere le acque è arrivata a maggio 2019 una sentenza della Corte di Cassazione, tanto famosa quanto spesso mal interpretata, che reputava reato la vendita di erba light e altri prodotti a base di cannabidiolo salvo che non se ne potesse escludere a priori e in «concreto l’efficacia drogante». Sebbene molti abbiano interpretato questa sentenza come il divieto tout court di vendita di erba legale in Italia, insomma, il dispositivo non è nient’altro che una “fotografia” dell’esistente: in Italia si possono comprare marijuana legale e altri prodotti derivati dalla canapa a patto che gli stessi abbiano una concentrazione di THC compresa tra lo 0.2% e il limite massimo dello 0.6% e, di fatto, se si acquista in un canapa shop in franchising o in uno dei migliori e-commerce di erba light si dovrebbero avere abbastanza garanzie in questo senso.
Anche chi abbia il pollice verde e voglia provare a coltivare in casa erba light può farlo senza temere alcuna ripercussione legale: la coltivazione domestica di marijuana light è permessa in Italia, a patto di conservare per almeno un anno scontrino e ogni altra documentazione ricevuta al momento dell’acquisto del seme che servirà, in caso di controlli da parte delle forze dell’ordine, a dimostrare che si tratta di semi autorizzati per la coltivazione in Europa e di canapa con basso contenuto di THC.
Le differenze sul consumo
Il possesso, la cessione, la coltivazione di cannabis illegale è vietato in Italia. Il consumo non è vietato (anche se comporta alcuni grattacapi, tra cui l'essere identificato come consumatore di stupefacenti), ma il consumo comporta solitamente il possesso e spesso la cessione a terzi, che sono reati. Anche per le infiorescenze cannabis light, il consumo non è vietato dalla legge, ma che succede all'atto pratico in materia di detenzione e cessione?
Se per prodotti come le capsule gel di CBD, l’olio di canapa a uso alimentare o le creme anti-age alla cannabis l’uso consigliato è evidente e di immediata comprensione, per le infiorescenze e derivati il tema è più delicato.
Le infiorescenze di canapa light sono vendute con la dicitura di "uso tecnico e collezionistico", da ciò consegue che possono essere liberamente acquistate e vendute sotto la condizione che l'uso sia - appunto - tecnico o da collezione.
Posto che l'uso finale ognuno lo decide per sé, il tema chiave è che un eventuale consumo sulla pubblica piazza potrebbe attirare l'attenzione delle forze dell'ordine. Queste ultime, come abbiamo visto, non sono in grado di distinguere l'erba legale da quella illegale, e potrebbero procedere con un verbale di sequestro, con tutto ciò che ne consegue.
Ricade infatti sul "collezionista", durante il processo (auspicabilmente, prima del processo!), la responsabilità di dimostrare che la canapa fosse effettivamente legale. Non è difficile, è sufficiente una analisi di laboratorio.
Quindi in questi casi non si corre il rischio di finire condannati per spaccio o per possesso e cessione di sostanze stupefacenti, ma è altamente probabile che sia necessario passare attraverso verbali, avvocati e altri costosi e fastidiosi passaggi. Senza contare l'enorme perdita di tempo per tutti: consumatori, forze dell'ordine, magistrati.
Solo l’erba a basso contenuto di THC è legale in Italia? Qualche precisazione sulla cannabis terapeutica
Il discorso sull’erba legale in Italia non sarebbe, però, davvero completo se non si facesse riferimento almeno anche alla cannabis terapeutica. Cadere in confusione è un rischio concreto anche per come a volte le due espressioni sono usate, erroneamente, come sinonimi: la cannabis terapeutica non è cannabis light, soprattutto perché la percentuale di THC che contiene non è detto che sia inferire al famoso limite dello 0.6%. Nonostante questo, nonostante cioè la marijuana terapeutica sia marijuana ad alte concentrazioni di THC, il suo uso è perfettamente legale in Italia, anche se consentito solo in ambito e sotto stretto controllo medico. Negli anni, infatti, diversi trial medici hanno dimostrato come il tetraidrocannabinolo e altri cannabinoidi presenti in varietà di cannabis tradizionalmente considerate psicotrope possono essere utili nel trattare o nel rallentare l’avanzamento della malattia in malattie come la sclerosi multipla, per esempio, o il morbo di Alzheimer o sono ottimi sostituti dei più comuni farmaci impiegati in terapia del dolore, anche nel caso di patologie oncologiche agli ultimi stadi. Il risultato è che, oggi, la comunità scientifica è concorde nella possibilità di utilizzare la cannabis terapeutica nell’ambito di terapie farmacologiche o di altro tipo. La somministrazione di cannabis terapeutica, però, è rigidamente regolata da circolari dell’Agenzia del Farmaco Italiana e da altre linee guida di settore e deve essere concordata con il medico specialista o l’equipe medica da cui si è seguiti e sottoposta a periodici follow-up. Ancora, le coltivazioni di marijuana per scopi farmaceutici sono diverse e devono seguire standard differenti da quelli previsti per l’erba legale e, dal lato utente, la cannabis terapeutica è da acquistare in farmacia (generalmente presso le farmacie ospedaliere) sotto ricetta.
Dove (e come) si può comprare cannabis legale in Italia
Soprattutto l’ultima informazione può dare l’impressione che una delle differenze tra la marijuana e la cannabis legale principali sia il “circuito” tramite cui sono vendute: è effettivamente così e, sebbene possa sembrare una semplice considerazione di buon senso, vale la pena soffermarvicisi dal momento che nell’esperienza comune, più del conoscere cosa dice la legge italiana in materia di sostanze stupefacenti e più di sapere a menadito la composizione chimica di ogni derivato dalla canapa, essere sicuri di a che aziende o a che rivenditori rivolgersi può essere una garanzia sulla liceità e la sicurezza di ciò che si porta a casa. In altre parole, quello che la cannabis legale ha di diverso dall’erba illegale è la trasparenza e la completa tracciabilità della filiera. Quando si acquistano infiorescenze di erba light o cristalli di CBD e oli di cannabidiolo si conosce sicuramente da chi li si sta acquistando – che sia il negozio di prodotti CBD sotto casa o un coffee shop online – e, con un po’ di dedizione, si può risalire a ogni informazione utile su chi coltiva la canapa, chi la lavora e in che modo, eccetera. Se mancano queste informazioni sulle confezioni, nei foglietti illustrativi dei prodotti acquistati o sul sito del rivenditore in questione, anzi, ci si dovrebbe fare qualche domanda, provare a capire meglio di che negozio o di che azienda CBD si tratti e, se non si fosse ancora convinti, riprendere la propria ricerca fino a trovare soggetti che non convincano di più.
Con un po’ di esperienza c’è persino chi impara a distinguere la cannabis light, e a farlo anche dalla cannabis illegale, a partire da una serie di caratteristiche organolettiche del prodotto come il colore e la consistenza delle foglie nel caso delle infiorescenze e, ancora, la presenza sulle stesse di piccoli residui resinosi ma, anche, l’odore caratteristico (un naso affinato sarà probabilmente in grado di riconoscere in questo senso anche le diverse varietà di hashish come la Cheese o la Purple Haze, eccetera).
Per chi è alle prime armi, per essere sicuri di star acquistando marijuana legale, basta fare attenzione ad alcune tra le informazioni messe a disposizione dal distributore.
- Dove si trovano e di che tipo sono le coltivazioni di canapa a monte della filiera: non è detto, infatti, che chi confezioni e metta in vendita erba light si occupi anche della sua produzione ma, si è visto, la normativa italiana prevede requisiti piuttosto stringenti in materia e, nello specifico, riconosce come legale soprattutto la cannabis coltivata in Europa; se le coltivazioni sono biologiche è solo una garanzia in più di ottima qualità del prodotto che, per la mancanza di pesticidi e altri agenti chimici, manterrà intatte le proprie proprietà organolettiche.
- Chi si è occupato della lavorazione della canapa e come. Il discorso è simile a quello che concerne la coltivazione, dal momento che il rivenditore finale può non essersi occupato direttamente neanche di questa fase, se è per esempio un semplice canapa shop che rivende diverse marche di prodotti CBD per esempio. Anche in questo caso, però, sapere che sono stati rispettati i più alti standard di sicurezza o che si è fatto ricorso a tecniche come l’estrazione a CO2 può rassicurare rispetto alla qualità del prodotto acquistato.
- Sono state fatte verifiche sul prodotto finito, di che tipo e da chi: i produttori più seri di cannabis light non si limitano a sostenere che i propri prodotti hanno una percentuale di THC inferiore allo 0.6% ma periodicamente li fanno analizzare da dipartimenti universitari o enti terzi che possono certificare questa condizione e mostrano almeno un estratto di queste analisi sulle etichette dei prodotti o tra le informazioni disponibili al consumatore.
Da quanto detto fin qua, sembra legittimo poter dire che per l’acquisto di prodotti CBD Weedzard e altri franchising simili sono la scelta più sicura, anche perché trattandosi di aziende con un grande volume di vendite anche l’esperienza utente è curata in ogni minimo dettaglio e si dovrebbe poter approfittare di un’assistenza dedicata, per esempio, o di un servizio post-vendita o di condizioni agevolate soprattutto per acquisti di grandi quantitativi o effettuati online.
E' consentito acquistare cannabis legale (anche) online
Una delle altre differenze tra marijuana e cannabis legale, infatti, riguarda il fatto che, mentre la prima va “recuperata” ancora per vie abbastanza oscure e non può essere acquistata in Rete (a meno, certo, di essere provetti frequentatori del dark web), la marijuana light può essere comprata legalmente online e dagli e-commerce specializzati.
I vantaggi di acquistare online cannabis legale sono molti:
- i coffee shop digitali sono in genere più e meglio forniti dei negozi di prodotti CBD fisici, soprattutto quelli delle città più piccole, e hanno cataloghi ampi, diversificati e dove non mancano le alternative tra cui scegliere;
- sugli e-commerce CBD non si possono solo confrontare le schede prodotto, ma si possono anche e soprattutto leggere le recensioni di chi ha già provato i derivati dalla canapa in questione e può dare per questo un parere “di prima mano” sugli stessi;
- nel caso in cui non si fosse completamente soddisfatti dei propri acquisti, per chi compra online è previsto anche sulla maggior parte di prodotti cbd il diritto al reso;
- sugli e-shop di cannabis light si può approfittare più spesso di quanto avvenga in negozio fisico di offerte, sconti e promozioni speciali;
- le spese di spedizione possono essere gratuite oltre un determinato valore degli acquisti e si possono scegliere modalità di spedizione veloci o espresse se si ha bisogno di ricevere il proprio ordine a casa in poco tempo (anche entro le 24 ore);
- il pacco inviato è sempre anonimo e, anche se si sarà usato come indirizzo di spedizione quello dell’ufficio o della casa dei propri genitori, nessuno saprà che contiene erba.
Un aspetto che andrebbe considerato, però, è che la normativa italiana prevede che la cannabis light possa essere venduta solo ai maggiorenni, questo significa che per concludere un ordine presso una canapa shop online potrebbe essere richiesto di verificare la propria identità.