Decreto Cannabis Light stupefacente: che succede?

Ancora una volta, il Tar del Lazio ha bloccato il governo sulla stretta alla Cannabis light, fermato il decreto che definiva stupefacente il CBD. La decisione riguarda il decreto ministeriale firmato dal Ministro della Salute, Orazio Schillaci, che era entrato in vigore il 5 agosto 2024. Questo decreto prevedeva l'inserimento dei prodotti a base di CBD (cannabidiolo), estratti dalla Cannabis per uso orale, nelle tabelle delle sostanze psicotrope e stupefacenti.

Gratis Immagine gratuita di aula, autorità, campo Foto a disposizione

Il contesto del decreto sul CBD stupefacente

Il decreto del ministro Schillaci ha sollevato subito polemiche e proteste, in particolare da parte delle associazioni e delle aziende che operano nel settore della Cannabis light. L'introduzione del CBD nelle tabelle delle sostanze stupefacenti avrebbe comportato restrizioni severe per la sua commercializzazione, produzione e utilizzo, penalizzando fortemente un settore che, negli ultimi anni, ha visto una crescita esponenziale.

Il CBD, o cannabidiolo, è un composto non psicoattivo estratto dalla Cannabis che è stato ampiamente utilizzato in vari ambiti, inclusi quelli terapeutici e alimentari, grazie alle sue proprietà benefiche. A differenza del THC (tetraidrocannabinolo), il CBD non produce effetti euforizzanti o alteranti, ed è per questo che viene commercializzato liberamente in molti Paesi europei, Italia inclusa, fino a questa recente decisione.

La decisione del Tar del Lazio

Il Tar del Lazio ha sospeso l’efficacia del decreto ministeriale sul CBD stupefacente, accogliendo i ricorsi presentati da diversi attori del settore, che hanno contestato la legittimità del provvedimento. La sospensione del decreto ha evitato, almeno per il momento, che i prodotti a base di CBD per uso orale venissero considerati alla stregua delle sostanze stupefacenti.

Secondo i giudici, il provvedimento necessita di ulteriori valutazioni, in particolare riguardo alla corretta interpretazione delle normative europee sulla circolazione e commercializzazione dei prodotti a base di Cannabis light. Il tribunale amministrativo ha ritenuto che il decreto fosse adottato in maniera affrettata e senza un adeguato confronto con le parti interessate, soprattutto le imprese del settore che rischierebbero pesanti perdite economiche.

Le reazioni del settore

Le associazioni di settore hanno accolto con favore la decisione del Tar, definendola una vittoria importante per la libertà di impresa e per la corretta informazione sui prodotti a base di CBD. "Questo blocco temporaneo è un segnale positivo," ha dichiarato l'amministratore di Weedzard, azienda che commercializza e produce Cannabis light con impegno e passione dal 2017. "Il CBD è un prodotto sicuro, che non ha nulla a che vedere con le droghe, e il suo utilizzo deve essere regolato in modo chiaro e trasparente, ma senza allarmismi."

D'altro canto, il governo potrebbe ancora cercare di riformulare il decreto per renderlo conforme ai requisiti legali, continuando però a mantenere l'obiettivo di limitare l'uso della Cannabis light, che viene considerato da alcune forze politiche come una minaccia alla salute pubblica.

Il futuro della Cannabis light in Italia

La sospensione del decreto da parte del Tar rappresenta solo un passo in un dibattito più ampio e complesso sulla Cannabis light in Italia. Negli ultimi anni, il Paese ha assistito a un vero e proprio boom del settore, con negozi specializzati che spuntano in molte città italiane e una domanda crescente da parte di consumatori interessati ai benefici del CBD.

Tuttavia, il futuro del settore rimane incerto. Da un lato, le aziende e i sostenitori della Cannabis light chiedono regole chiare e stabili, che possano garantire la sicurezza dei prodotti e la protezione dei consumatori senza criminalizzare un settore in crescita. Dall’altro, il governo continua a mostrare segni di cautela, con alcuni membri dell'esecutivo che spingono per misure restrittive e controlli più stringenti.

Conclusioni: da consumatore posso stare tranquillo?

La decisione del Tar del Lazio segna un’importante battuta d’arresto per il governo italiano nella sua battaglia contro la Cannabis light. Mentre il dibattito su come regolamentare il settore continua, la sospensione del decreto offre un momento di respiro per le aziende e gli operatori del settore. Attualmente, i clienti possono continuare ad acquistare in sicurezza i prodotti a base di CBD per uso orale, senza il timore di violare la legge. La sospensione del decreto garantisce che la vendita di questi prodotti rimanga legale e regolamentata come in precedenza. Rimane da vedere se il governo cercherà di modificare il decreto o se, al contrario, adotterà una posizione più morbida nei confronti del CBD, in linea con le normative europee.

Lascia un commento

Tieni presente che i commenti devono essere approvati prima di essere pubblicati.

Questo sito è protetto da reCAPTCHA e applica le Norme sulla privacy e i Termini di servizio di Google.